Un ambiente tossico influisce sul DNA e sulle nostre cellule. L’evoluzione ha cambiato l’uomo in molteplici modi:
- Alimentazione
- Movimento
- Apprendimento
- Capacità di relazione e di risoluzione dei problemi
hanno avuto, soprattutto nell’età moderna, importanza decisiva anche e soprattutto nelle dinamiche della salute e del benessere.
Cosa mangiamo, respiriamo, e cosa facciamo, e non facciamo, va ad influire sulle informazioni che i nostri geni elaborano nel tempo e che, nel tempo, trasferiremo alle generazioni successive.
Quali sono i fattori più importanti di un ambiente tossico?
Agenti fisici (radiazioni ultraviolette, campi elettromagnetici, etc.), agenti chimici (benzene, idrocarburi clorurati, diossina, pesticidi, prodotti della combustione del fumo di sigaretta, metalli pesanti, etc.) ed agenti biologici (virus, batteri, funghi, tossine, etc.) minano continuamente le funzioni del nostro organismo fino a favorire o causare l’insorgenza di numerose malattie.
Persino i pensieri che evochiamo e le emozioni che proviamo possono essere negativamente condizionati.
Inquinamento ambientale ed errati stili di vita, interagendo tra loro, possono alterare l’equilibrio del nostro organismo a vari livelli (sistemi, organi, tessuti, cellule, organuli cellulari, molecole) e in diversi modi (accumulo di intermedi metabolici tossici, attivazione o inibizione di enzimi, etc.)
Dal punto di vista biochimico, essi colpiscono direttamente “al cuore” le cellule.
Quanto un ambiente tossico ci fa male
Come dice l’Epigenetica, l’ambiente controlla fino al 98% delle modalità di espressione di molti dei nostri geni.
Gli alimenti lavorati, il basso apporto di nutrienti, le tossine e gli agenti chimici, i campi elettromagnetici e le influenze di frequenze estremamente basse sono responsabili della compromissione delle normali funzioni quotidiane del corpo.
Al giorno d’oggi, le tecnologie e i dispositivi elettronici fanno ampio uso di frequenze molto basse. Si tratta di forme non ionizzanti di radiazioni EM nell’intervallo compreso tra 50Hz e 1GHz.
Le forme moderne di frequenza non risultano particolarmente compatibili con i campi del corpo e questo sta iniziando ad avere ripercussioni negative sul benessere.
Tutti questi fattori possono contribuire al malfunzionamento metabolico, e, di conseguenza, portano a:
- perdita di funzioni
- calo di energia
- bassa qualità del sonno
- indebolimento del sistema immunitario
- scarsa concentrazione
- irritabilità
- fastidi e malesseri generali
- tempi di recupero lunghi
- suscettibilità alle malattie
I dati sono allarmanti e sono resi noti dalle agenzie ufficiali, come l’OMS, e dalle riviste scientifiche accreditate, ma ancora non c’è la piena consapevolezza e il riconoscimento della diretta influenza dei fattori ambientali sull’insorgere delle patologie più diffuse e letali.
Possiamo combattere i fattori ambientali nocivi?
Nel tempo, una costante influenza negativa dei fattori ambientali nocivi potrà portare a modificazioni trasmesse da una cellula all’altra.
Una modificazione epigenetica può essere intesa come un cambiamento adattativo operato dalle cellule, cambiamento che verrà trasmesso, come informazione, anche alle generazioni successive.
Sappiamo, infatti, che le modificazioni epigenetiche possono avvenire in diverse fasi della vita e non solo a livello embrionale (nel momento in cui le cellule si differenziano) come si credeva un tempo, ma anche quando l’organismo è già sviluppato.
Come dire che cattiva alimentazione, stress, pigrizia e metalli pesanti modificano il nostro DNA anche “da grandi”.
Da ciò l’importanza fondamentale di “informare” il nostro DNA in maniera corretta, limitando al minimo i fattori ambientali nocivi e promuovendo comportamenti virtuosi che ci aiuteranno ad essere in salute e che costituiranno una eredità preziosa e non dannosa.