Da tempo sappiamo quanto ci fa male l’inquinamento. Qualsiasi alterazione chimico fisica ha degli effetti sul nostro organismo.

Le correlazioni tra inquinamento atmosferico e patologie respiratorie sono le prime ad essere state evidenziate.

Le polveri ultrafini, di diametro inferiore a 0,1 micron, sono le più pericolose per la salute umana, essendo in grado di attraversare tutte le membrane biologiche, compresa la placenta.

Le malattie del nuovo millennio

Numerosi studi scientifici hanno evidenziato come l’inquinamento abbia determinato l’incremento di obesità e diabete giovanile, di allergie, di malattie autoimmuni, di disturbi del neurosviluppo, di patologie neurodegenerative e del cancro.

Tali patologie non sono da attribuire a variazioni del DNA, ma a variazioni che solo l’Epigenetica può spiegare.

In pratica non è il nostro hardware, il DNA, a variare, ma è il “software”, il processo che determina le risposte delle nostre cellule, ad essere variato ai cambiamenti invalidanti dell’ambiente in cui viviamo.

Ci fa male l’inquinamento? Sì, e colpisce ancor prima della nascita

Le informazioni che arrivano al feto, sono influenzate dalle sostanze inquinanti che l’ambiente gli restituisce ancor prima di venire alla luce.

Questo farà sì che, nel tempo, la risposta elaborata dalle cellule, porti allo sviluppo di stati infiammatori di varia natura, fino alle patologie più gravi.

Diventa perciò assolutamente importante ridurre la nostra esposizione a benzene, idrocarburi clorurati, diossina, pesticidi, prodotti della combustione del fumo di sigaretta e metalli pesanti.

I Coronavirus vincono in un ambiente inquinato

Non dobbiamo fare lo sforzo di guardare lontano….recentissimi studi pare non sottovalutino la correlazione tra il danno da inquinamento atmosferico e la pandemia di Coronavirus COVID-19.

Pare che le polveri sottili, PM10 e PM2,5, siano un veicolo ottimale al trasporto di molti contaminanti chimici, inclusi i virus.
E’ come se i virus trovassero comode carrozze di un treno disposto a portarli molto lontano, complice, tra l’altro, l’ambiente umido.

Studi degli ultimi dieci anni confermano come le particelle sottili abbiano favorito, sinergicamente ad altri fattori, la diffusione in alcune parti della Cina, dell’influenza aviaria, di gravi sindromi respiratorie e del morbillo.

Pare quindi che anche la diffusione del COVID-19 in Lombardia e in Emilia, non sia estranea ai picchi di inquinamento registrati a febbraio in queste zone.

Qual è la prospettiva di vita in un ambiente colpito da inquinamento?

Già nel 2015, in occasione della conferenza internazionale sull’ambiente e la salute, sono stati presentati dati davvero preoccupanti. L’OMS calcolava in 7 milioni i morti per inquinamento al mondo. Realmente possiamo dire che 9 cittadini su 10 vivono in ambienti inquinati.

Per non andare incontro ad una progressiva ecatombe, sarà necessario pertanto utilizzare tutti gli strumenti utili a disintossicare e proteggere il nostro organismo.

Test epigenetici ci informano sul tipo di danno che subiscono le nostre cellule, dandoci la possibilità di intervenire prima che la tossicità possa non solo portare a malattie degenerative, ma che le stesse patologie possano diventare trasmissibili alle generazioni future.

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